Il 21 aprile il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto legge, il n. 52 del 22 aprile 2021, cosiddetto “Riaperture” reintroducendo le zone gialle. Venerdì 23 aprile il ministro della Salute, su indicazione ha ridefinito la collocazione delle Regioni nelle varie zone, l’Emilia Romagna dal 26 aprile è in zona gialla, applicando così le misure specifiche per quel colore in aggiunta e modificate da quelle definite dal Governo lo scorso 21 aprile.
“L’inserimento in zona gialla della nostra Regione non può che fare piacere perché segnala un miglioramento della situazione sanitaria. Aspetto colto anche dal ‘Decreto Riaperture’ che, con la progressiva eliminazione delle restrizioni, rappresenta l’avvio di un percorso che vogliamo sperare sia verso la normalità – afferma Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna -. Un segnale di positività che dobbiamo cogliere per far sì che non si debba tra qualche mese tornare indietro. E certamente questo dipende dai comportamenti di tutti noi”.
Tuttavia è proprio il decreto che suscita diverse perplessità: “Come associazione e come operatori abbiamo sempre messo al primo posto la salute e continueremo a farlo – continua Servadei -. Ma non possiamo tacere che il mondo della ristorazione continua a essere uno dei settori più penalizzati dall’inizio della pandemia. È normale quindi che non possa considerarsi del tutto soddisfatto per queste decisioni. La differenziazione tra servizio ai tavoli all’aperto e al chiuso rischia di penalizzare ulteriormente quelle attività che non hanno la possibilità di dehors, così come per i bar sembra eccessivo il divieto del consumo, anche in piedi, all’interno”.
“Come associazione – aggiunge Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Emilia-Romagna – facciamo appello alla responsabilità di tutti i cittadini. È necessario rispettare le linee guida che ci vengono date dalla comunità scientifica. Atteggiamenti anomali possono mettere a rischio un processo di ritorno alla normalità del Paese. Solo un atteggiamento virtuoso, assieme all’aumento delle vaccinazioni, può far sì che in autunno non si ricada in un’emergenza sanitaria che sarebbe devastante. Nello stesso tempo solo così possiamo fare in modo che nelle prossime settimane il quadro epidemiologico possa ancora migliorare per dare una possibilità di modificare alcune delle misure contenute nel decreto legge. Anche questo è un modo di fare comunità, aiutando chi è più penalizzato di altri”.
“I nostri operatori (bar, gelaterie, pasticcerie, ristoranti, pub, ecc.) hanno sempre fatto il massimo per garantire la sicurezza dei loro clienti e di tutto il personale, e molti hanno fatto importanti investimenti – conclude Servadei -. Con lo sviluppo della campagna vaccinale, che ci auguriamo possa accelerare nelle prossime settimane, e l’impegno di ciascuno, dobbiamo augurarci, ed è ciò che chiediamo come associazione, che dal mese di giugno ci possa essere un revisione di alcune misure, permettendo a tutti i ristoranti di svolgere servizio ai tavoli all’interno sia a pranzo che a cena, e alle altre attività, come i bar, la possibilità di consumazione al banco o ai tavoli anche all’interno”.