L’elaborazione flash “Alcune evidenze su effetti della recessione Covid-19 sul sistema delle MPI” di Confartigianato traccia un bilancio pesante degli effetti della pandemia scoppiata a marzo dello scorso anno.
La crisi ha destabilizzato un’ampia quota di imprese: elaborando i dati dell’indagine dell’Istat (2020), il 32,4% delle micro e piccole imprese (MPI) dovrà far fronte a seri rischi operativi e di sostenibilità dell’attività. In chiave regionale, riferito al totale delle imprese, a fronte di una media nazionale del 32,3%, la quota oscilla dal 41,4% della Campania al 27,3% dell’Emilia Romagna.
La caduta della domanda e del clima di fiducia determina una minore propensione all’investimento, a cui si associa ad una crisi della natalità d’impresa. Le minori start-up di imprese – già nel 2020 le nuove iscrizioni sono scese del 17,2%, pari a 61 mila unità in meno – e l’impennata delle chiusure al termine degli interventi di ristoro e dell’erogazione di indennità, determineranno una forte selezione della struttura imprenditoriale.
Nel 2020 il fatturato delle imprese della manifattura e delle costruzioni è diminuito di 122 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari ad un calo del 10,4%. Lo stimolo del superbonus è frenato dalla burocrazia e dalla difficoltà di risposta degli uffici della Pubblica amministrazione. Sempre su dati Istat (2020) si calcola che il 15,7% delle micro e piccole imprese (3-49 addetti) ha registrato un calo di fatturato nel periodo giugno-ottobre 2020 superiore al 50% rispetto a giugno-ottobre 2019 e un 45,7% indica che diminuirà tra il 10% e il 50%.
Il settore più colpito della pandemia è quello della moda, che segna un diminuzione del 28,0% del volume di attività. Seguono a distanza, con flessioni più ampie della media, i mezzi di trasporto (-17,5%), la raffinazione del petrolio (-15,6%), i macchinari ed apparecchiature (-14,6%) e la metallurgia e prodotti in metallo (-12,8%). All’opposto, si osserva un maggiore tenuta per alimentari e bevande (-1,9%).
Nell’anno della pandemia le vendite del made in Italy della manifattura nel mondo si sono ridotte di 46,2 miliardi di euro, pari ad un calo del 10%.
Crisi del turismo e restrizioni alla mobilità per contrastare la pandemia hanno determinato un crollo del 42,5% dei fatturato dei Servizi di alloggio e di ristorazione, a cui si associano la caduta del 76,3% dei ricavi delle Agenzie di viaggio e tour operator e la flessione del 17,5% di del fatturato nel Trasporto e magazzinaggio.
Per rafforzare il recupero dell’economia italiana, anche grazie ad un efficace utilizzo delle risorse di Next Generation EU, gli interventi di politica economica dovranno accompagnare le imprese che manifestano segnali di resilienza e che comporranno la locomotiva della ripresa. A febbraio 2021 torna a salire la fiducia delle imprese, con l’indice che segna un aumento del 5,5% rispetto a gennaio 2020.