A 24 ore dall’entrata in vigore del Dpcm 24 ottobre è scattata la protesta degli addetti alla ristorazione. Nelle due sedi di Confartigianato Bologna Metropolitana a Bologna (via Delle Lame 102) e Imola (viale Amendola 56/D) lunedì 26 ottobre, dalle 15.30 alle 16.30, una delegazione di operatori aderenti all’associazione, ha manifestato in maniera simbolica, e nel pieno rispetto delle disposizioni di sicurezza, gettando in aria oggetti del loro lavoro come gesto di protesta contro l’ennesima penalizzazione del settore.
“Voglio ringraziare tutti gli operatori che in maniera spontanea hanno sentito il bisogno di protestare contro il Dpcm e che nel pomeriggio odierno si sono ritrovati davanti alle nostre due sedi. Tutti gli operatori, e con essi l’associazione, esprimono grande preoccupazione per la scelta del Governo di chiudere alle 18 i locali, una misura che, in particolare per i ristoranti, si fatica a comprenderne la logica – ha sottolineato Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Bologna Metropolitana, durante la manifestazione -. Dispiace che il premier Conte non abbia tenuto in debita considerazione la lettera – appello firmata dal presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, a nome della Conferenza delle Regioni con la quale si proponeva la chiusura dei ristoranti alle 23 e dei bar senza servizio ai tavoli alle 20”.
Le ragioni della categoria
Il mondo dell’artigianato e della ristorazione si è distinto in questi mesi per la massima collaborazione nella definizione delle linee guida. “I nostri bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie hanno sempre rispettato rigorosamente le misure di sicurezza per difendere la salute dei cittadini. A maggior ragione non comprendiamo questo obbligo di chiusura, mentre a negozi e grande distribuzione rimane permessa, ad esempio, la commercializzazione dei prodotti dolciari oltre le ore 18”.
“Da sempre siamo convinti che al primo posto c’è la salute, senza difendere la salute non si difende l’economia, ma siamo altresì convinti che questo sia il momento di combattere il virus con le armi della ragione e non con azioni oscurantiste – ha sottolineato Renzi -. La scelta di adottare misure che penalizzano duramente ristoranti e bar, così come le palestre e i centri sportivi, i cinema e i teatri senza distinguere dalle situazioni realmente a rischio da quelle mantenute sicure dall’impegno degli imprenditori e del loro personale, non ci piace”.
Per l’incoscienza di alcuni non si possono penalizzare interi settori che, di fronte a questa chiusura, rischiano di non riaprire mai più. Più che chiudere tutto serviva una grande capacità di controllo del territorio, e penalizzare chi effettivamente non rispettava le norme di sicurezza”.
Le misure economiche
“Il Governo non ha accolto le istanze di Confartigianato, ora però ci auguriamo che le misure di ristoro annunciate siano effettivamente commisurate all’impatto provocato dalle nuove restrizioni sull’attività dei nostri imprenditori e che soprattutto siano erogate in tempi rapidi per evitare il rischio di chiusura delle imprese – ha concluso Renzi -. Confartigianato continuerà ad essere al fianco di tutte le sue imprese e continuerà, in maniera pacifica e nel rispetto delle regole, a combattere affinchè si possa in tempo breve porre rimedio a questa scelta che riteniamo sbagliata e ingiusta per categorie che sono già stata duramente penalizzate dal precedente lockdown”.
(Nelle foto sotto momenti delle manifestazioni a Bologna e a Imola)