Secondo i dati forniti da Unioncamere a inizio dicembre 2017, le imprese in possesso di una certificazione biologica erano 59.461. Per la maggioranza, si tratta di realtà localizzate nel Sud Italia (il 55,8%), più del doppio di quelle con sede al Nord (il 23,4%) e quasi tre volte quelle del Centro Italia (il 20,8%). Più della metà (il 56%) si concentra in 5 regioni, con la Sicilia in testa (15,9%, più di 9400 aziende), seguita dalla Calabria (13,4%, quasi 8 mila), dalla Puglia (11,6%, oltre 6800), dalla Toscana e dall'Emilia-Romagna (7,7%, circa 4,500 ciascuna), regione questa dove dal 2014 sono 150.600 gli ettari delle superfici iscritte all'albo dei produttori biologici, il 15% dei terreni coltivati.
La “mappa” aggiornata degli operatori con certificazione bio è resa oggi ancor più accessibile, grazie all'inserimento delle informazioni nelle visure rilasciate dalle Camere di commercio. Questo, grazie all'intesa siglata tra InfoCamere, Accredia e Unioncamere con la finalità di rendere più trasparente un universo in forte espansione come quello del biologico. La “certificazione bio” è un attestato che garantisce il rispetto di rigidi requisiti nel processo di coltivazione, atti a evitare o ridurre la contaminazione da parte dell' uomo con lo scopo di promuovere la biodiversità ed escludere l'utilizzo di prodotti di sintesi e di organismi geneticamente modificati.