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Brexit, cosa succede per le imprese e i lavoratori italiani

3 Feb 2020 | News

Il Parlamento europeo ha ratificato, in via ufficiale, nel pomeriggio del 29 gennaio scorso il testo con cui il Regno Unito e l’Unione europea si accordando in via definitiva sulla Brexit. Da sabato 1 febbraio è dunque partito il periodo di transizione, che si concluderà il 31 dicembre 2020, durante il quale le autorità di UK e Ue definiranno i regolamenti per l’import e l’export di merci fra i Paesi membri dell’Unione e l’arcipelago britannico.

Il trasferimento di merci

Fino alla fine del 2020 quindi tutto rimane invariato, sia dal punto di vista delle normative sia da quello delle procedure europee in materia di libera circolazione delle persone, dei servizi, dei capitali e delle merci che rimangono in vigore anche per il Regno Unito. Dall’1 gennaio 2021, non essendo più parte del territorio doganale e fiscale dell’Unione europea, per quanto riguarda Iva e accise, si dovranno rispettare i dettami dei nuovi accordi. Qualora non si trovino accordi soddisfacenti per le parti verranno presumibilmente ristabilite le barriere doganali, con un aumento sensibile dei tempi e dei costi di trasferimento delle merci dall’Europa verso la Gran Bretagna.

La Brexit e il backdrop irlandese

Più complessa la situazione per quanto riguarda l’Irlanda, la cui barriera doganale sorgerà nel mare che divide le due isole dell’arcipelago: la Gran Bretagna e, appunto, l’Irlanda. I dazi sui beni che arrivano in Irlanda del Nord dalla Gran Bretagna non dovranno essere pagati automaticamente. Per i beni che, invece, saranno destinati alla Repubblica d’Irlanda, che è parte dell’unione doganale europea, scatterà il dazio. La procedura studiata prevede quindi l’ingresso delle merci in Irlanda del Nord a seguito del pagamento di una tassa da parte dell’azienda che le riceve. Qualora i beni siano solo di passaggio, e vengano quindi trasportati per l’uso o il consumo al sud, la tassa rimarrà all’erario inglese. Se, al contrario, sarà l’impresa del nord a usufruire della merce importata, la tassa sarà rimborsata dopo un determinato periodo di tempo.

I lavoratori e la residenza in Uk

Per i lavoratori le autorità britanniche hanno per ora negato che avverranno allontanamenti o “espulsioni”, ed è stata creata una piattaforma online a cui i lavoratori stranieri devono iscriversi per mantenere la residenza. Per chi invece intende trasferirsi in Gran Bretagna la legge inglese non prevede limiti per chi ha uno stipendio di almeno 30 mila euro l’anno ma si stanno valutando le situazioni di lavoratori non specializzati o in cerca di occupazione.

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