Confartigianato nazionale e Rete Imprese Italia hanno sollecitato il vice ministro dell'Economia, Luigi Casero, ad affrontare la necessaria rivoluzione degli studi di settore, che da armi di accertamento di presunte disonestà fiscali devono diventare, secondo il documento inviato dalle associazioni, uno strumento per rafforzare la conformità alle norme e per premiare la fedeltà fiscale e l'efficienza produttiva delle imprese.
Quello che si chiede è un ritorno al passato, a quando gli studi nacquero da un tavolo di confronto e condivisione fra il fisco e le organizzazioni degli imprenditori. L'obiettivo era quello di selezionare i contribuenti a rischio di evasione e di offrire certezze a coloro che rispettavano le regole. Nel frattempo gli studi di settore si sono trasformati in una macchina complessa, che si applica a oltre 3 milioni e mezzo di soggetti, tra imprese appartenenti ai settori manifatturiero, dei servizi, del commercio e professionisti. Un sistema che, in questi anni ha subito continue rettifiche e aggiornamenti, in grado sì di fotografare meglio la situazione economica e fiscale delle imprese, ma che non ha impedito fossero usati come arma di accertamento.
Seguendo le indicazioni del Governo, per le politiche fiscali 2016/2018, a revisionare gli studi per renderli più attendibili ed efficaci, più semplici e meno numerosi, Confartigianato sostiene che sia giunto il momento di abbandonare l'uso volto ad accertamento fiscale per tornare a valorizzarli come premio per il rapporto con il fisco. In sostanza, secondo la proposta fatta al vice ministro, gli studi servirebbero a definire una soglia minima di reddito di riferimento per ogni impresa. Il reddito prodotto oltre questa soglia godrebbe di una tassazione agevolata. In questo modo, gli studi di settore diventeranno la chiave per ridurre la pressione fiscale sugli imprenditori e migliorare la loro capacità produttiva.
“Quello della fiscalità, con un occhio attento agli studi di settore, è uno dei temi più caldi per le imprese – spiega Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Assimprese Bologna Metropolitana -. Da sempre, con i colleghi dei servizi fiscali, chiediamo alle amministrazioni una fiscalità più leggera e più semplice, che non crei disagi e inutili complicazioni agli imprenditori, che al momento devono combattere battaglie più urgenti sul mercato interno e internazionale. Confidiamo che la proposta fatta al Governo possa essere accolta e che questa battaglia, nata sotto le insegne di Confartigianato, porti i suoi frutti”.