Il Centro studi Sintesi di Mestre, ha stimato per conto di Confartigianato Assimprese gli effetti sui Comuni della provincia di Bologna del federalismo municipale. La stima riguarda il 2011 e va precisato che ha una valenza puramente indicativa, dato che nella cosiddetta fase transitoria del federalismo dovrà essere istituito il «Fondo sperimentale di riequilibrio»: un fondo di perequazione nazionale, che dovrà coprire le minori entrate per i Comuni. Il Fondo andrà nel tempo a ridurre il suo apporto arrivando a trasferire ai Comuni delle risorse sulla base delle effettive necessità, calcolate tenendo conto di parametri puntuali, fino a definire un «costo standard» dei servizi erogati ai cittadini. Gli amministratori comunali dovranno adeguare il loro modo di gestire la cosa pubblica al criterio dei costi standard, cercando sprechi da eliminare o applicando prelievi dalle tasche dei cittadini. Il poter contare su un gettito locale dovrebbe inoltre incentivare i Comuni a dotarsi di strumenti efficaci per i controlli anti evasione fiscale.
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«Il federalismo municipale – dice Amilcare Renzi, Segretario di Confartigianato Assimprese – offre al nostro territorio una prospettiva positiva. Se la riforma sarà portata avanti come annunciato, senza ripensamenti o aggiustamenti all'italiana, nel medio-lungo periodo i nostri Comuni ne potranno trarre vantaggio e questo dovrebbe significare minore pressione fiscale nei confronti di imprese e famiglie. Sempre che nel frattempo, sfruttando la fase di transizione, le amministrazioni comunali abbiano attuato tutte le azioni necessarie per ottimizzare la spesa, riorganizzando i servizi, riducendo inefficienze e mettendo in campo azioni e investimenti virtuosi. Se il federalismo è quello che favorisce la progressiva riduzione della spesa pubblica locale improduttiva e che determina un meccanismo virtuoso in grado di abbassare la pressione fiscale sulle imprese ci piace. Non ci piacerà se i nostri Comuni lo interpreteranno incrementando le tasse alle imprese, ad esempio aumentando le imposte su immobili, rifiuti, addizionali e oneri vari, perché le Pmi sono già gravate da una pressione fiscale più elevata rispetto alla media europea. Un aumento delle imposte su imprese e lavoro farebbe soffocare quanti, con enormi sacrifici, sono riusciti a resistere a questa terribile crisi».