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Fusione dei Comuni: prospettive e opportunità in una ricerca dell'Osservatorio Assimprese

25 Ott 2016 | Assimprese news

Secondo una ricerca del Centro studi Sintesi di Mestre, per conto dell'Osservatorio Assimprese, la fusione dei numerosi Comuni che compongono l'Area metropolitana di Bologna, porterebbe benefici e opportunità importanti. In particolare sono state compiute delle analisi che simulano alcune unioni comunali particolari fra cui quella del Circondario imolese, la Montana Valli Savena-Idice, quella dei Comuni dell'Appennino bolognese e quelle delle Terre di Pianura.

Gli incentivi che si evidenziano nella ricerca riguardano, in particolar modo, gli investimenti economici sul territorio, che sarebbero sostenuti con un fondo statale del valore di 30 milioni di euro per i comuni nati da fusione e con un contributo ordinario, da parte della regione Emilia Romagna. Ci sarebbero inoltre minori vincoli per l'assunzione di personale a tempo indeterminato e un risparmio sulle spese per gli organi politici.

A fronte di questi benefici più evidenti (nella ricerca si evidenziano altre opportunità, a cui si rimanda), si registrano anche timori, che portano cittadini e politici a negare il proprio appoggio alla proposta di fusione, così come accaduto di recente nella vallata del Santerno. In primis si evidenzia il timore di perdere l'identità territoriale, anche a fronte di chiari vantaggi in termini di servizi. Ci sono poi alcune differenze fra aliquote tributarie, nei livelli di servizi e tariffe e nel debito procapite accumulato dalle diverse amministrazioni che, nei primi anni, potrebbero risultare negative per chi si presenta all'appuntamento con la fusione in vantaggio rispetto ai propri confinanti. C'è, infine, una sostanziale resistenza del personale e, soprattutto, delle posizioni organizzative.

In Emilia Romagna, fra il 2012 e il 2015, si sono comunque conclusi in modo positivo otto processi di fusione, che hanno riguardato in totale ventidue Comuni. Nella Città metropolitana di Bologna sono nati Valsamoggia (è il Comune nato da fusione più grande d'Italia) e Alto Reno Terme.

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