Un accordo di portata storica è stato firmato, dopo otto mesi di intense trattative, da Confartigianato, le altre sigle artigiane e Cgil, Cisl e Uil. Nella serata del 23 novembre scorso, con la firma dell'accordo per la riforma del modello contrattuale dell'artigianato e delle piccole imprese, si sono creati i presupposti per un nuovo sistema che inciderà, in modo positivo, anche per quanto riguarda la rappresentatività delle piccole e medie imprese artigiane sui territori.
Una data che segna una pietra miliare nelle relazioni sindacali del nostro Paese poiché l'artigianato è il primo comparto a rinnovare le regole della contrattazione e perché le profonde innovazioni dell'accordo serviranno ad agganciare la ripresa economica.
Fra le principali novità introdotte dalla riforma troviamo l'estensione del contratto alle piccole imprese e alle imprese associate, il potenziamento del decentramento contrattuale e il rafforzamento della bilateralità.
L'intesa siglata per il rinnovo dei contratti dell'artigianato e del commercio, che avranno durata quadriennale per semplificare e garantire i minimi indicati nei contratti collettivi nazionali, prevede la riduzione dei modelli contrattuali in 4 aree, ovvero quelle relative al settore manifatturiero, dei servizi, dell'edilizia e dei trasporti. Inoltre viene previsto il decentramento contrattuale per dare risposte specifiche e complete alle aziende che operano sui diversi territori italiani. Le aziende, tramite intese con le associazioni sul territorio, potranno anche derogare da quanto previsto dal contratto nazionale.
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