Secondo i dati forniti di recente dall'Ufficio studi di Confartigianato, il cosiddetto “Italian sounding“, vale a dire le copie contraffatte di prodotti italiani venduti come “made in Italy”, vale un giro d'affari annuo di circa 54 miliardi di euro. Sempre secondo la segnalazione, due prodotti su tre venduti nel mondo sono solo in apparenza italiani.
Un exploit sempre più preoccupante e gli imprenditori artigiani sono tra le principali vittime, con il nostro Paese che conquista il secondo posto al mondo per la maggior contraffazione subita, con una quota di sequestri di merci taroccate pari al 14,6%, ci battono soltanto gli Stati Uniti con il 19,5%. Secondo Confartigianato, il 20% degli artigiani manifatturieri subisce pesanti danni dal fenomeno della contraffazione. Che per espandersi sfrutta il commercio on line: in 5 anni infatti, nell'Unione europea, i sequestri di merce contraffatta scambiati sul web sono aumentati dal 5,7% a quasi il 23%.