Più di 8 miliardi e mezzo di euro, pari a 142 euro l'anno per abitante. E' questo il conto, salato e spesso indigesto, della contraffazione in Italia. Una cifra il cui valore si avvicina a quello di una manovra finanziaria e un virus che ogni anno infesta il mercato di prodotti contraffatti, che penalizzano cittadini e piccole imprese.
I dati del rapporto dell'Ufficio studi di Confartigianato lasciano poco spazio a dubbi e interpretazioni: la contraffazione è uno dei mali più devastanti per la piccola impresa italiana. Per contrastare questo fenomeno, il Ministero dello Sviluppo economico ha organizzato la terza edizione della “Settimana anticontraffazione”, con campagne e convegni organizzati che si sono svolti in tutta Italia dal 18 al 22 giugno, per tutelare le produzioni di qualità e per sensibilizzare i cittadini sull'acquisto di prodotti originali. Nel mondo, l'Italia è seconda soltanto agli Stati Uniti per le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale.
A cominciare dalla moda, vera e propria roccaforte del made in Italy, che rappresenta il 43,8% del fatturato della contraffazione nel nostro Paese e il 64% dei sequestri tra il 2008 e il 2016. Secondo le stime dell'Ufficio studi di Confartigianato, a livello mondiale il falso nel fashion vale 66,3 miliardi di euro e il 32% del totale della merce falsificata.
Numeri impressionanti, che non risparmiano neanche l'Unione europea, invasa da falsi e tarocchi prodotti soprattutto in Cina, Turchia e Thailandia, che arrivano nel Vecchio Continente passando per Hong Kong, Singapore e Iran. Un dramma per tante micro e piccole imprese che, alle difficoltà create dalla burocrazia, dal fisco e dai problemi strutturali del Paese, devono aggiungere anche la concorrenza sleale di quel fantasma chiamato contraffazione.