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«Il problema del paese non sono gli idraulici»

9 Set 2008 | Eventi

«Il mondo – sottolinea Guerrini – non si divide tra intellettuali poveri e precari e idraulici, o altri artigiani, ricchi e ignoranti».

Il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini commenta così il cortometraggio «Esistere, esistere, esistere. Ma perché non ho fatto l’idraulico?» presentato la settimana scorsa alla festa del Partito democratico di Milano.
«La realtà – spiega Guerrini – è ben diversa. Invito gli autori del cortometraggio ad entrare in un’azienda artigiana. Scopriranno che esistono giovani artigiani tutt’altro che milionari ed ignoranti: troveranno giovani laureati e creativi che si sono inventati un’attività gratificante in settori innovativi come la robotica o artistici come il restauro e che danno lavoro ad altri giovani entusiasti e motivati. L’artigianato è ricco di molte attività, anche di quelle descritte nel cortometraggio, perché molti giovani sono artigiani senza sapere di esserlo. Attività creative portate avanti da imprenditori con un ottimo bagaglio culturale e con elevate capacità tecniche che hanno fatto dell’autonomia e della creatività una scelta di vita e di lavoro».
«Il problema del nostro Paese – aggiunge Guerrini – non sono gli idraulici e i lavoratori autonomi, bensì un modello culturale che contrappone il sapere al saper fare, la conoscenza teorica alle competenze tecniche e pratiche. Con il risultato che i giovani intellettuali non trovano lavoro e le aziende non riescono ad assumere lavoratori. Basti dire che, nel 2007 i nostri imprenditori erano disponibili ad assumere 162.000 persone, ma oltre la metà di esse sono risultate introvabili».

«Anziché prendersela con idraulici e piccoli imprenditori – avverte Guerrini – sarebbe più utile contribuire a cambiare schemi culturali e modelli di comportamento che relegano il lavoro manuale ad un ruolo di secondo piano. Bisogna modificare il modello di istruzione italiano completamente inadeguato rispetto alle richieste del mercato del lavoro e ristabilire pari dignità tra cultura classica e cultura manuale, tecnica, scientifica, imprenditoriale. Soltanto se ci convinceremo che sapere e ‘saper fare’ non sono nemici, il nostro Paese riuscirà a risalire le classifiche della competitività».

A questo proposito, il Presidente Guerrini ricorda la ‘lezione’ del Segretario del Pd Valter Veltroni quando, nel suo intervento in Confartigianato durante la campagna elettorale, disse: «L’Italia è tenuta in piedi dai piccoli imprenditori. L’Italia non riprenderà a crescere se non farà propria, in modo diffuso, e non saprà trasmettere ai giovani, la cultura d’impresa, la valorizzazione del rischio, del talento, del merito, la libera iniziativa, lo spirito di concorrenza e di innovazione, la passione tipicamente artigiana per la qualità, per il lavoro a regola d’arte». Guerrini si chiede se Veltroni ha cambiato idea.