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Il rinvio della prima rata Tares sposta il problema ma non lo risolve

21 Gen 2013 | Leggi

Il rinvio da aprile a luglio del pagamento della prima rata della Tares appare come un compromesso dal sapore elettoralistico che sposta il problema senza risolverlo. E’ il giudizio espresso da Confartigianato sull’emendamento votato dal Senato che fa slittare a luglio il pagamento della prima rata della nuova tassa sui rifiuti mantenendone però l’entrata in vigore da gennaio.

La decisione del Senato ha poco senso e suona quasi come una beffa per i contribuenti che, tra i numerosi balzelli, dovranno comunque affrontare anche questa nuova tassa sui rifiuti e sui servizi comunali che dal primo gennaio sostituisce la Tarsu e le tariffe rifiuti Tia. E tutto fa pensare che si tratterà di una stangata visto che il Governo si aspetta dalla Tares maggiori entrate per i Comuni pari a 1 miliardo nel 2013 e 1 miliardo nel 2014, equivalenti a un incremento di 16 euro per abitante. Aumenti che vanno ad aggiungersi a quelli registrati negli ultimi 10 anni con la crescita del 57% delle tariffe rifiuti in Italia, quasi 23 punti in più rispetto all’Area euro.