La scorsa settimana la Commissione europea ha proposto un pacchetto di misure per affrontare il problema dei crediti deteriorati in Europa, e la Bce ha pubblicato un addendum che integra le linee guida sui Non-performing loans (NPL), precisando le aspettative di vigilanza dell'Autorità monetaria europea nel valutare i livelli di accantonamento prudenziale di una banca per le esposizioni deteriorate.
La comparazione europea basata sui dati dell'Autorità bancaria europea (ABE) evidenzia che nel terzo trimestre 2017 la quota di prestiti deteriorati, che considera una classificazione armonizzata dei Non-performing loans (NPL), in Italia è dell'11,8% a fronte di una media Ue del 4,2% e superiore al 4,8% della Spagna, al 3,2% della Francia e al 2,1% della Germania. La quota di prestiti deteriorati delle banche italiane è in sensibile calo: era al 15,3% a fine 2016.
Nell'ultima analisi svolta dall'Ufficio Studi di Confartigianato sul mercato del credito alle imprese si evidenzia che per le piccole imprese la quota di crediti deteriorati è del 25,5% e risulta inferiore di 2,2 punti percentuali rispetto al 27,7% della media delle imprese.
Nel dettaglio si osserva che in quindici regioni le piccole imprese mostrano una quota di crediti deteriorati inferiore a quella media delle imprese e nel dettaglio si tratta di: Molise (-8,4 punti percentuali), Liguria (-8,0 punti), Emilia–Romagna (-4,5 punti), Sardegna (-4,4 punti), Campania (-4,1 punti), Marche (-3,5 punti), Veneto (-3,2 punti), Basilicata e Lazio (-2,5 punti), Toscana (-2,3 punti), Puglia (-2,1 punti), Friuli–Venezia Giulia (-1,7 punti), Valle d'Aosta (-1,6 punti), Lombardia (-1,5 punti) e Calabria (-0,3 punti).
(Fonte Confartigianato.it)