L'Italia è la sesta economia ad alto reddito del mondo ed è un paese solido. La sua capacità di generare prodotto è basata sul robusto contributo del secondo settore manifatturiero d’Europa, che ha subito forti contraccolpi dalla recessione ma che rimane vitale e in profonda trasformazione. Così le associazioni imprenditoriali unite replicano all'ennesima valutazione destabilizzante dell'agenzia Moody's.
Lo sforzo che gli italiani stanno compiendo nel risanamento dei conti pubblici ha pochi eguali tra i paesi avanzati. In Italia non si sono registrate bolle speculative, pure nella modesta crescita che realizzata. Il debito aggregato è basso. Il deficit pubblico sotto controllo, con un saldo primario positivo e crescente nel tempo. Le famiglie italiane sono poco indebitate e detengono uno stock di ricchezza finanziaria tra i più elevati rispetto al Pil. Possiamo contare su di una riforma delle pensioni che non ha uguali in Europa.
Questi elementi passano in secondo piano nelle valutazioni di Moody’s a fronte di un ipotetico incremento del rischio di contagio.
E' oramai evidente che i giudizi espressi non appaiono equi e assomigliano a mere profezie la cui capacità di avverarsi dipende però dalla profezia stessa.
Per questo le associazioni imprenditoriali sollecitiamo le autorità europee ad agire con urgenza per annullare gli effetti dei rating previsti dalle norme oggi in vigore. Analogamente anche il settore privato deve procedere a eliminare i riferimenti ai rating nella contrattualista standard, come chiesto dall’ABI in sede di Federazione Bancaria Europea.