In Emilia-Romagna nasce una piattaforma per il rilancio del settore Moda che riunisce tutti gli interlocutori, dal tessile abbigliamento al calzaturiero. L’obiettivo è quello di realizzare una cabina di regia che definisca priorità e interventi per il comparto puntando su ricerca e sviluppo ma anche digitalizzazione, sostenibilità e internazionalizzazione.
Il “Tavolo regionale permanente del settore moda”, voluto dall’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, riunisce le istituzioni (Comuni di San Mauro Pascoli, Carpi e Città Metropolitana di Bologna), Confindustria, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, organizzazioni sindacali di settore, il mondo della formazione e della ricerca, le università emiliano-romagnole, Unioncamere Emilia-Romagna, Centergross Bologna, Carpi Fashion System, Fashion Research Italy, Cercal e il Clust-ER Create.
I dati del comparto
Il settore Moda impiega oltre 87.000 addetti tra industria manufatturiera, commercio e servizi: sono 32.500 le unità locali attive, il 7,2% del totale in regione. È la terza filiera in Emilia-Romagna per valore dell’export con 7,7 miliardi di euro all’anno. L’industria della moda ha risentito dell’impatto della pandemia da Covid-19 in misura maggiore rispetto all’industria manifatturiera regionale nel suo complesso e nel 2020 ha fatto registrare una contrazione del valore aggiunto del -22,0% (rispetto al 2019).
Le azioni
“Non vogliamo limitarci a gestire il perdurare dell’emergenza, ma avere una visione di futuro nel segno della sostenibilità, delle competenze e dell’innovazione tecnologica e dei materiali, pronti ad accompagnare progetti di filiera innovativi. Per uscire dalla crisi – ha sottolineato l’assessore Colla – è fondamentale avere una visione strategica che, partendo da una chiara fotografia della situazione del comparto in Emilia-Romagna, definisca quale svolta dare al settore in direzione della sostenibilità ambientale, dell’innovazione, della digitalizzazione, delle competenze e della internazionalizzazione delle imprese”.
Cinque sono i temi che saranno affrontati in una prima fase del lavoro comune: economia circolare e transizione ecologica, digitalizzazione e nuove tecnologie, distribuzione e commercializzazione, internazionalizzazione di imprese e mercati, competenze per la transizione.