Prende il via oggi uno dei più grandi consorzi fidi in Italia, con oltre 60.000 imprese socie. Si chiama Unifidi ed è frutto di un accordo storico fra 18 cooperative di garanzia dell’Emilia Romagna, fra cui Finfidi (Confartigianato).
Ma vediamo insieme a Massimo Pirazzoli, di Confartigianato Assimprese, di conoscere meglio questo nuovo soggetto e quali sono le aspettative sul nostro territorio.
«Unifidi – spiega – nasce in Emilia Romagna dalla fusione delle cooperative di garanzia appartenenti ai sistemi di Confartigianato e Cna. E’ un accordo che non ha precedenti ed è di portata storica per due motivi principali: il primo è dato dalle dimensioni e dal consistente numero di soci della nuova realtà, il secondo è, per l’appunto, che Unifidi nasce da Confartigianato e Cna insieme».
Ma perché si è arrivati a questa maxi-fusione?
«Per dare una risposta efficace alle moderne esigenze delle nostre imprese, in termini di finanza e di credito. Per far questo le cooperative di garanzia hanno seguito le orme del sistema bancario, che da anni opera aggregazioni e fusioni. Prima c’erano due, tre cooperative di garanzia in ciascuna provincia, ma la frammentazione, le piccole dimensioni, ponevano dei limiti oggettivi. Ecco perché siamo arrivati a questa struttura unitaria. Termine che va sottolineato, perché in questa occasione Confartigianato e Cna hanno messo da parte 60 anni di storia separata nell’esclusivo interesse delle imprese».
Per esempio?
«Il risultato di questa fusione è che oggi in Emilia Romagna la piccola e media impresa può contare su un valido partner aziendale e un valido interlocutore del sistema bancario, un facilitatore del rapporto impresa/banca, mitigando il rischio delle aziende con le proprie garanzie. Unifidi, grazie alle sue dimensioni, potrà certo stipulare nuove importanti convenzioni con le banche e le società di leasing e si candida a gestire le convenzioni della Regione, soprattutto per ciò che riguarda l’asset dell’artigianato».
Dove avrà sede Unifidi?
«Il piano industriale di Unifidi prevede l’apertura di filiali a livello provinciale, e dunque il circondario imolese farebbe capo alla filiale di Bologna. Ma stiamo lavorando per portare a Imola una sede della filiale della provincia di Bologna, per dare la giusta dignità a un territorio che, pur non essendo provincia, per tessuto e qualità di imprese ha di certo un rango speciale. I tempi dovrebbero essere anche piuttosto brevi, i locali sono già stati individuati, manca solo la definizione di alcuni aspetti tecnici. L’auspicio – conclude Pirazzoli – è lavorare assieme alle imprese e al sistema bancario locale. Ci aspettiamo una sinergia forte per dare un aiuto forte alle aziende del nostro territorio».