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Visco a Imola, pubblico delle grandi occasioni.

28 Nov 2006 | Eventi

Pubblico delle grandi occasioni all'evento organizzato da Confartigianato Assimprese, lunedì 27 novembre all'Hotel Molino Rosso. Ospite d'eccezione: il viceministro Vincenzo Visco, invitato dall'associazione imolese, che proprio in questi giorni ha festeggiato il mezzo secolo di presenza sul territorio. Insieme a Visco, anche Flavio Del Bono, vicepresidente della Regione Emilia Romagna, e Massimo Marchignoli, sindaco di Imola.
Oltre quattrocento persone hanno trovato posto alla cena di gala allestita, con la massima cura nei particolari, nel salone dell'hotel. Tutto il mondo del lavoro era rappresentato: c'erano i dirigenti delle principali imprese imolesi, della cooperazione, dell'associazione industriali, della piccola e media impresa, dei servizi, del commercio, dei sindacati, del mondo bancario. Le istituzioni erano presenti al completo con i loro vertici: dal Nuovo Circondario imolese ai sindaci dei Comuni che vi aderiscono, dalle Forze dell'ordine, alla Curia vescovile. Presenti anche gli onorevoli Raffaello De Brasi e Bruno Solaroli. La stessa Confartigianato era rappresentata dal segretario regionale Franco Ragonesi e dal presidente Giampaolo Palazzi.

«Siamo veramente onorati della partecipazione che la città e il territorio hanno espresso in questa occasione – commenta Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Assimprese -. Siamo lieti che l'onorevole Visco, il vicepresidente Del Bono e il sindaco Marchignoli abbiano accettato il nostro invito, dimostrando attenzione verso le piccole e medie imprese che noi rappresentiamo. La nostra associazione ha compiuto 50 anni di presenza sul territorio imolese, una storia importante, sempre improntata all'ascolto, al dialogo, pur nelle differenze, come questa bellissima serata ha ancora una volta dimostrato».

Al termine della serata Confartigianato Assimprese ha donato a Vincenzo Visco una riproduzione della pianta della città di Imola di Leonardo, realizzata dalla Cooperativa Ceramica. A Flavio Del Bono, invece, è stato consegnato un prezioso piatto, sempre realizzato dal laboratorio artistico della cooperativa imolese. Una borsa portadocumenti, infine, è stata consegnata all'onorevole Solaroli, per ringraziarlo di aver portato all'on. Visco l'invito di Confartigianato.

LE SINTESI DEGLI INTERVENTI.

Paolo Franceschi, vicepresidente di Confartigianato Assimprese del territorio Imolese

Paolo Franceschi, vicepresidente di Confartigianato Assimprese del territorio Imolese ha richiamato l'interesse generale del paese, invitando imprenditori e politici a guardare avanti: «Le nostre preoccupazioni, le preoccupazioni della piccola impresa, non sono solo per l’oggi. La Finanziaria – ha detto Franceschi – è passata, ed è stata una manovra dura e importante. Adesso però dobbiamo lavorare assieme perché i sacrifici richiesti siano la base per l’inizio di una pianificazione seria e duratura delle riforme strutturali di cui questo paese ha assoluto bisogno. Ma soprattutto per ridare fiducia alle imprese e al ceto medio che sono il vero motore dello sviluppo e della crescita».

Un ceto medio produttivo che sta perdendo sicurezza: «Una vera tempesta nella società italiana. Un fenomeno comune a gran parte delle altre democrazie industriali dell'Occidente, che nel nostro Paese è esasperato dall'impatto di una stagnazione economica grave e prolungata e da una diffusione dell'evasione fiscale». Una sfida anche per la politica: «Una sfida formidabile, poiché entra in crisi la logica fondante del modello europeo e con essa l'organizzazione storica del welfare». Il titolo dato all'evento di Imola, “L’impresa tra sviluppo e risanamento”, voleva proprio indicare lo stato di incertezza che sta vivendo il mondo della piccola e media impresa: «fra la fiducia nel futuro, condizione indispensabile per fare impresa, e la consapevolezza delle profonde difficoltà che stiamo attraversando. La politica – ha concluso Franceschi – ha la grande responsabilità di scrivere regole certe e durature, che valgano per tutti».

Massimo Marchignoli, sindaco di Imola

Dopo Franceschi la parola è andata a Massimo Marchignoli, sindaco di Imola: «Voglio esprimere riconoscenza a Confartigianato, una grande organizzazione di impresa che esprime valori e che contribuisce in misura non di dettaglio alla crescita e allo sviluppo economico sociale e culturale della nostra città». Una città che negli ultimi vent'anni «ha compiuto passi da gigante nel mondo del lavoro, e questo grazie alla straordinaria convergenza che c’è stata tra le imprese, il lavoro e il governo locale. Fra la piccola e media impresa, la grande cooperazione agricola e industriale si è creato un sistema che ha trovato nella cultura e nel valore del lavoro il proprio lievito. Qui l’impresa si è sforzata di fare sistema anche relazionandosi con le amministrazioni comunali, per le scelte che abbiamo fatto sulla pianificazione sociale, sulle infrastutture, sul welfare. Ora abbiamo aperto una fase che guarda al futuro, per permettere a questo territorio e a questa città di essere vivi e giusti; di produrre reddito e distribuirlo in maniera equa, di essere sui mercati globali vincendo le sfide. Noi stiamo investendo su temi fondamentali come le infrastrutture, l’energia, la qualità urbana. Stiamo lavorando su temi che riguardano l’università e la ricerca. Attorno a queste cose noi sappiamo che Confartigianato, assieme alle altre grandi organizzazioni dell’impresa, è in sintonia».

Flavio Del Bono, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna

Il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna ha esordito congratulandosi con Confartigianato per la scelta del titolo della serata: «Parlare di impresa fra sviluppo e risanamento – ha detto Flavio Del Bono – è il modo appropriato di porre la questione. Il legame fra finanza pubblica e crescita è evidente e le imprese sanno che senza risanamento è difficile fare sviluppo. Per quanto riguarda la Regione Emilia Romagna il parere su questa Finanziaria è positivo, perché consente alle regioni di mettere in sicurezza pezzi importanti della loro attività. Penso ad esempio alla Sanità, che da sola assorbe quasi i due terzi del nostro bilancio regionale.

Vincenzo Visco, viceministro dell'Economia

Infine l'intervento di Vincenzo Visco: «Quando si parlava di declino, negli anni passati, non si faceva retorica disfattista, ma si portava un dato reale: per cinque anni l’Italia ha avuto i tassi di crescita più bassi d’Europa, il suo prodotto interno lordo è stato stagnante, il reddito pro capite oggi è inferiore alla media europea. La nostra competitività si è fortemente ridotta, abbiamo un sistema educativo estremamente arretrato, non investiamo in ricerca, facciamo pochi brevetti, non facciamo innovazioni, abbiamo la pubblica amministrazione che è un disastro, non abbiamo le infrastrutture che ci servirebbero, la produttività media del sistema invece di aumentare è stagnante. Questo è il punto. Questa è la sfida. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di non perdere tempo».
Cercando un linguaggio consono agli imprenditori presenti, Visco ha snocciolato numeri: «Senza una finanza in ordine non si va da nessuna parte. Occorre mettersi in sicurezza riuscire a gestire la situazione redditoria per poi potere tornare ad investire per il futuro e riassorbire i propri debiti. La spesa corrente primaria è aumentata di 2,6 punti di prodotto interno lordo e le entrate tributarie sono scese di 1,3. Con questa Finanziaria mettiamo fine a questo disordine e non non ci sarà più bisogno di ricorrere a manovre correttive. Noi pensiamo che l’anno prossimo andremo sotto il 3% di disavanzo e la crescita aumenterà».
Il viceministro non si è sottratto dal toccare l'argomento tasse: «In questa Finanziaria le tasse, in quanto tali, sono poche. Ad esempio: il bollo auto serve a finanziare le energie alternative, ma nelle casse dello stato non finirà niente. E ancora: ci sono imposte per il rilancio del Mezzogiorno e stanziamenti per la ricerca. Dobbiamo assorbire gradualmente i debiti e rimettere il Paese sulla strada della crescita».
Un problema affatto semplice: «perché c’è una disgregazione, una disillusione, una mancanza di fiducia nella politica. La Germania nonostante i problemi politici ha fatto ingenti investimenti in tecnologie e lo stesso la Francia. Noi abbiamo fiducia che, grazie a questa manovra potremo ricominciare a crescere in modo adeguato e a dare sicurezze».

>> Scarica l'articolo pubblicato su Sabato Sera del 2 dicembre 2006